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Valse très lente

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A differenza di altri compositori, Massenet non abusa del genere del valzer per pianoforte, e quando contribuisce ad accrescere quel repertorio, lo fa con un distacco delicatamente umoristico. Nel 1871 aveva composto Simplicité, valse à ne pas danser in collaborazione con Bizet (ciascuno dei due aveva scritto una parte di questo brano per pianoforte a quattro mani). Avrà concepito la Valse très lente del 1901 come integrazione della Valse folle del 1898? È vero che il valzer sentimentale in tempo lento era di moda all’inizio del ventesimo secolo, come si vede dalle chansons rese popolari da Paulette Darty (destinataria di Je te veux, valzer lento di Satie). Nel 1910 Debussy comporrà La Plus que lente... Il brano di Massenet, le cui innumerevoli trascrizioni ne attestano il successo (la copertina della partitura menziona versioni per pianoforte a quattro mani, violino, mandolino, violoncello e flauto), è accessibile ai dilettanti: non presenta nessuna difficoltà tecnica e la tonalità principale è do maggiore. È costruito secondo il principio del rondò, poiché la prima parte funge da ritornello (ma è abbreviata nelle successive ricorrenze). La semplicità della scrittura non esclude né la raffinatezza armonica né la seduzione melodica. Nel ritornello, la mano sinistra marca la pulsazione, mentre la mano destra svolge due linee simultanee, una delle quali è in forma di ostinato. I primi due couplets fanno cantare la mano sinistra, come un violoncello. Dopo il terzo couplet, in modo minore, il terzo ritornello conclude il pezzo in un tempo ancora più languido: come per ricordare che si tratta di un valzer molto, molto lento.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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