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Variations quasi-fantaisie sur une barcarolle napolitaine op. 16 n. 6

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Da queste Variations quasi-fantaisie sur une barcarolle napolitaine alle barcarole che punteggiano il ciclo degli Chants (op. 38, 65, 67 e 70), Alkan torna spesso nell’arco della sua carriera compositiva su questo genere musicale di origine veneziana. Rispecchia così il vivo interesse dei musicisti francesi per “quelle specie di canzoni in lingua veneziana che cantano i gondolieri a Venezia” le cui bellezze venivano elogiate già da Jean-Jacques Rousseau nel suo Dictionnaire de musique del 1768. I sinuosi movimenti cromatici della mano sinistra nell’introduzione “Andante” di questa op. 16 n.6 sono volti a imitare “il rumore dei remi” e l’ampio ritmo in 6/8 consente di riprodurre la sensazione di ondeggiamento di una barca sull’acqua. La barcarola viene successivamente presentata come “Allegretto” e variata tre volte (tra cui una seconda variazione “di bravura”) prima di un finale brillante. Questo brano staccato appare peraltro come un assaggio, venticinque anni prima della sua composizione, della “Tarentella” proposta da Franz Liszt in Venezia e Napoli. Pubblicate dall’editore londinese R. Cocks & Co nel 1834, queste Variations quasi-fantaisie sono più legate per stile alle produzioni di Alkan degli anni Venti, nelle quali si fondono virtuosismo, belcanto ed elementi decorativi. Come per i nn. 4 e 5 dell’opera 16, il n. 6 è dedicato a un membro femminile dell’alta società di Bath (qui Miss Mary Windsor), prova che Alkan fu introdotto in quell’ambiente durante uno dei frequenti soggiorni effettuati in Inghilterra nei primi anni Trenta.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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