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Variazioni su un tema di Gluck op. 87

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Gluck ispirò poche variazioni per pianoforte. Dopo quelle di Mozart su Unser dummer Pöbel meint K 455 (1783), si conosce l’op. 57 di Hummel (1811-15 circa) su una musetta dall’atto IV di Armide, originariamente eseguita da archi e fagotti. È lo stesso tema che Reicha sceglie per questa sua partitura pubblicata da Gambaro a Parigi, senza data, ma probabilmente contemporanea alla serie di Hummel. Va segnalato che nel catalogo di Reicha il numero d’opera 57 corrisponde a un impressionante insieme di 57 Variazioni, noto anche col titolo L’Art de varier (1803-04 ca.). È difficile pensare a una semplice coincidenza;  l’attribuzione dello stesso numero d’opus a lavori dello stesso genere, come anche la decisione di variare lo stesso tema, non può essere casuale... Reicha peraltro si dimostra un po’ più prolisso, con quattordici Variazioni contro le dieci di Hummel. In tutta la partitura, egli mantiene costantemente la struttura del tema, in una rigorosamente simmetrica forma binaria a riprese: ciascuna delle due parti contempla due frasi di quattro battute, e la seconda frase è identica nelle due parti. A volte la melodia di Gluck scompare sotto le volute della decorazione musicale; in altri momenti si impone invece con chiarezza, come nella variazione n. 2 (eseguita dalla mano sinistra nel registro basso) o nella n. 14. Come Hummel, anche Reicha colloca in penultima posizione una variazione lenta in modo minore, per poi concludere il ciclo con una variazione ternaria seguita da una coda. Sfoggiando minore virtuosismo, si sforza di evitare la progressione ritmica tipica di questo genere (con valori sempre più brevi), puntando piuttosto sulla ricerca di una scrittura strumentale originale.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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