Venezia
1. Sopra l’acqua indormenzada – 2. La barcheta – 3. L’avertimento – 4. La Biondina in gondoleta – 5. Che pecà! – 6. La primavera
“L’idioma veneziano incanta. Soprattutto, è giovanile. Si ode una voce di uomo giovane: è un vecchio che parla. Vera lingua dell’amore, conserva un’eterna adolescenza; la continua varietà dell’inflessione gli conferisce una flessibilità, una mobilità affascinanti.” Nelle sue Notes, journal d’un musicien (1933), Hahn riporta le sue impressioni giovanili su Venezia, che aveva scoperto nella primavera del 1900, quando era venuto a trovare Marcel Proust. Il fascino esercitato su di lui dal dialetto locale lo stimola a comporre un ciclo di sei mélodies su testi di vari poeti italiani. Tuttavia, il colore locale non si limita alla scelta della lingua, ma impregna la musica dell’intero ciclo, che adotta ora la barcarola ora la tarantella e assegna al pianoforte modi di accompagnamento presi a prestito dalla chitarra. Pubblicata in Francia nel 1901 presso Heugel, con traduzioni di Maurice Léna, questa raccolta potrebbe passare per un’esotica cartolina postale indirizzata ai salotti mondani. In realtà, Reynaldo Hahn ebbe cura di testare queste sue mélodies davanti al pubblico veneziano, per verificarne il carattere di autenticità: “Qui, meglio ancora; ho avuto una vera soddisfazione. Mme de Béarn mi aveva chiesto di cantare da solo, con un pianoforte, nei piccoli canali. […] In una barca illuminata, ero solo con il pianoforte e due rematori. […] A poco a poco, dei passanti si sono radunati, appoggiandosi ai parapetti dei ponti; si è formato un pubblico popolare, compatto, attento. Su questa piccola folla le Chansons vénitiennes hanno prodotto un effetto esplosivo, suscitando una gioia, una sorpresa che mi hanno fatto piacere. ‘Ancora! Ancora!’, gridavano dall’alto”.
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La mélodie francese
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data di pubblicazione : 25/09/23
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