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Venti Serenate per pianoforte

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“Raccolta di piccoli gioielli che s’impongono per un grande sentimento melodico, una forma assai pura e castigata e, spesso, un’autentica originalità” (Arthur Pougin), le Venti Serenate per pianoforte di Théodore Gouvy furono pubblicate in fascicoli di due, tre o più presso l’editore parigino Richault dal 1855 al 1874. Il titolo di “serenata” è particolarmente apprezzato da Gouvy poiché, oltre a questi pezzi per pianoforte, troviamo nel suo catalogo parecchie altre serenate per vari organici: flauto e archi; quintetto d’archi; pianoforte, violino, viola e violoncello; o, ancora, viola e pianoforte. Fedeli all’evoluzione del genere nella Francia dell’Ottocento, le serenate per pianoforte si presentano come brevi pezzi di genere, coloriti talvolta di tratti esotici: ritmi di tarantella (nella serenata n. 17) o di jota (nella n. 12, per esempio). Le formule di accompagnamento uniformi del pianoforte, spesso in valori puntati, ricordano la tecnica della chitarra che accompagna un cantante o una cantante come, per esempio, nella serenata n. 1 in famaggiore scritta in 6/8, il cui accompagnamento spagnoleggiante accompagna una “voce” affidata al registro medio del pianoforte. Parecchie di queste serenate evocano pezzi di genere scritti per la tastiera da altri autori: così la serenata n. 4 fa pensare allo Studio op. 25 n. 3 di Chopin; la n. 5 ricorda la Ständchen D 957 di Schubert; mentre la n. 10 s’ispira alla Romanza senza parole n. 20, op. 53 n. 2, di Mendelssohn, compositore molto ammirato da Gouvy. Del resto, è forse proprio nei confronti delle Romanze senza parole di questo autore che le Serenate di Gouvy hanno il debito maggiore dal punto di vista storico.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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