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Vokalmesse

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Dopo la prima esecuzione del suo Requiem alla Karlskirche di Vienna, a Gounod fu commissionata una messa a cappella per coro a cinque voci miste, che compose “suppergiù nello stile della Cappella Sistina” (è lui stesso a dirlo), mettendo probabilmente a frutto le critiche che il suo primo envoi romano – un Te-Deum neo-palestriniano – aveva suscitato. Pur con un lessico “rinascimentale” (accordi perfetti, ritardi, gradi deboli), Gounod utilizza una sintassi moderna. La data scelta, il 25 marzo 1843, festa dell’Annunciazione, gli impose di collocare la figura della Vergine al centro della composizione. Ogni preghiera è preceduta da un’invocazione (Corale) improntata agli Alleluja delle Messe e dei Vespri dedicati appunto alla Vergine. La melodia di ogni Corale, dapprima armonizzata, si ripresenta più volte nel corso delle preghiere, in relazione a determinate parole. Questi Corali sono tratti dalla liturgia viennese e dovevano essere familiari ai fedeli, i quali erano in grado di identificarli. È forse a causa di questa particolarità che Gounod non rispose alla proposta di Mendelssohn di pubblicare la Vokalmesse? Il 9 agosto 1843, nell’“Allgemeine musikalische Zeitung” di Lipsia apparve un articolo del corrispondente da Vienna dedicato a questa Messa: “Pur imitando lo stile di Palestrina, essa tradisce tuttavia troppo spesso il romanticismo francese”. Essa ci è nota solo solo attraverso una copia d’epoca conservata a Vienna, in cui alcune annotazioni fanno pensare che sia stata eseguita successivamente. Con l’eccezione delle Sept Paroles du Christ (1855), Gounod abbandonerà poi questo stile di scrittura corale polifonica, troppo difficile per i cori parigini.

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https://www.bruzanemediabase.com/it/node/7626

data di pubblicazione : 25/09/23



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