Sonata per pianoforte a quattro mani in do minore op. 49

Allegro moderato – Larghetto – Menuet – Allegro vivace

Dedicata alla pianista ceca Wilhelmine Clauss (1834-1907) che visse a Parigi a partire dal 1855, la Sonata per pianoforte a quattro mani in do minore op. 49 di Théodore Gouvy obbedisce a uno schema formale classico in quattro movimenti, tra cui un minuetto. Composta nel 1868, l’opera fu pubblicata l’anno dopo presso Richault. L’Allegro moderato iniziale si apre su un tema di grande semplicità, enunciato esplicitamente dalla mano destra del primo pianista. Il profilo congiuntamente discendente della melodia, la scelta di un registro corrispondente a quello di soprano, come pure il ricorso a un sistema di scrittura sul genere della “melodia accompagnata” immergono l’ascoltatore in un universo lirico. Nel Larghetto in la bemolle maggiore, anch’esso posto sotto il segno del modello vocale, Gouvy dà prova di tutta la propria abilità in materia di ornamentazione. Dopo questo bel momento di lirismo la transizione al minuetto prepara una modulazione leggermente brusca verso la tonalità di sol minore, mediante la trasformazione dell’accordo perfetto di labemolle maggiore in settima diminuita che funge da dominante di sol. Il clima del minuetto contrasta fortemente con quello dei primi due movimenti. Di grande energia, il tema viene enunciato contemporaneamente dai due pianisti a distanza di due ottave. L’Allegro vivace finale, in do minore, si apre con una reboante introduzione su pedale di dominante, sopra cui viene proiettata un’irresistibile ascensione cromatica, alla quale segue una sezione cantabile basata sullo stesso materiale tematico. Con i suoi repentini cambiamenti di caratteri e di sfumature questo movimento chiude l’opera sotto il segno della sorpresa, del buonumore e della complicità tra i due interpreti.