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Sonata per violoncello (o viola) e pianoforte op. 16 n. 2

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Allegro espressivo – Menuetto : Allegro – Adagio cantabile – Finale : Allegretto

“In mancanza di violoncello c’è una parte di viola arrangiata dall’autore.” Questa precisazione dell’editore Pleyel che figura sul primo fascicolo dell’opera 16 di George Onslow (1820), probabilmente motivata da ragioni commerciali, può apparire aneddotica: essa segna nondimeno per la musicologa Vivianne Niaux “una tappa particolarmente interessante del repertorio [della viola]” a cui propone i primi pezzi di ampio respiro con pianoforte. Le parti di violoncello delle tre sonate sono state così adattate (generalmente con la trasposizione di un’ottava) da Onslow per essere accessibili alla viola. Alcuni passaggi di questa versione alternativa, in particolare nella seconda sonata, soffrono dell’assenza delle note gravi dello strumento originale e fanno sentire meno i giochi di contrasti delineati dall’autore. Questo primo saggio prefigura nondimeno l’interesse del compositore per la viola, alla quale assegnerà un ruolo d’importanza via via crescente nei quartetti (in particolare le opere 47 e 52) e nei quintetti (opere 78, 80 e 82). Le sonate dell’opera 16 hanno un altro interesse: in esse il compositore si svincola dal modello della sonata cosiddetta “accompagnata” e affida ai due strumenti parti complementari e inscindibili. Passate un po’ inosservate in Francia all’epoca della loro pubblicazione, già nel 1821 queste sonate sono accolte con favore dalla “Allgemeine Musikalische Zeitung”, che ne elogia la bellezza, l’originalità dei temi e la perfezione della scrittura. La seconda sonata, in do minore, è dedicata al violoncellista Louis Norblin (membro del quartetto di Baillot).

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data di pubblicazione : 25/09/23



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