Sonata per violoncello e pianoforte n. 2 in fa maggiore op. 123
Maestoso largamente – Scherzo con variazioni : Allegro animato – Romanza : Poco adagio – Allegro ma non troppo grazioso
Più di trent’anni separano le due sonate per violoncello di Saint-Saëns. La seconda, dedicata a Jules Griset, è terminata a Biskra nel marzo 1905. Il compositore l’aveva presentata in questi termini al suo editore Durand il 16 marzo: “La Sonata è praticamente finita, sono al finale, che è la quarta zampa di questo quadrupede; la seconda è uno Scherzo con variazioni; la terza una Romanza che farà felici i violoncellisti; certo non quanto Le Cygne perché, come giustamente lei immagina, è un po’ più seria.” Il 13 aprile la suona con Joseph Hollmann (primo interprete del Concerto per violoncello n. 2). Il 27 ottobre Auguste Tolbecque (primo interprete della Sonata n. 1 e del Concerto n. 1) e Madame Riffaud la presentano a Niort. Qualche giorno dopo, il 7 novembre, Saint-Saëns la interpreta a Parigi assieme al dedicatario. La Sonata n. 2 si differenzia dalla precedente sia nella struttura in quattro movimenti sia nello spirito. Il Maestoso largamente “non è un Allegro, è quasi un Andante”, afferma Saint-Saëns. Esso coniuga linee sinuose all’energia dei ritmi puntati tipici dell’ouverture alla francese barocca. La struttura a variazioni dello Scherzo, rarissima in questo tipo di movimento, offre una straordinaria varietà di caratteri e di scrittura. La Romanzaè pervasa di un lirismo privo di compiacimenti, con le sue frasi tornite e disseminate di sincopi. L’Allegro ma non troppo grazioso, che “sveglierà quelli che si saranno addormentati sugli altri pezzi”, ironizza il compositore, combina birichineria e impalpabile leggerezza a un cantabile intensamente espressivo.
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data di pubblicazione : 25/09/23
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