On demande une femme de chambre
Operetta in un atto rappresentata per la prima volta a San Pietroburgo nel maggio 1876.
Claudine, appena arrivata a Parigi alla ricerca di un posto di cameriera, viene indirizzata a casa di Mme de Saint-Gommès per esservi assunta, ma nella residenza della baronessa non c’è nessuno. La ragazza, dapprima timidamente, poi diventando sempre più avventurosa, esplora il boudoir della sua futura padrona alla ricerca di indizi che le consentano di farsi un idea della sua personalità. Questa pièce per un solo personaggio, scritta per Anna Judic, è l’adattamento musicale di una scena dialogata per due personaggi che il librettista Pierre Véron aveva pubblicato nel “Journal amusant” nel dicembre 1875. Dopo essere stata sicuramente testata in salotti privati nel corso dei primi mesi del 1876, l’operina è nelle valigie di Anna Judic quando la cantante va in tournée in Russia e sembra sia stata eseguita per la prima volta in pubblico a San Pietroburgo. Piuttosto che una pochade, On demande une femme de chambre offre una critica agrodolce della società parigina dopo la Comune. I couplets delle due lettere mettono a confronto i modi della seduzione nell’alta società e quelli dei contadini. Si on voulait critica l’uso di artifici per truccarsi da parte delle dame mondane, allo scopo di sedurre uomini che “non sopportano tutto ciò che è naturale”. I couplets della sigaretta danno a Claudine una sorta di ebbrezza, che però le passa subito quando scopre che la baronessa è coperta di debiti e che una delle sue amiche, malata e dunque priva del suo potere di seduzione, si ritrova senza risorse (Mélodrame). L’opulenza di quel mondo non è che un miraggio e la salvezza della giovane contadina sarà nel suo ritorno all’ovile.
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data di pubblicazione : 18/10/23
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