Sonata per violino e pianoforte in sol minore

Commissionata da Eugène Ysäye (dedicatario dell’opera) e da Raoul Pugno, la Sonata per violino e pianoforte di Louis Vierne lascia una durevole traccia di sé già a partire dalla sua seconda esecuzione, il 16 maggio 1908, nel corso di una “Seduta di musica antica e moderna” dei due artisti alla Salle Pleyel. Dopo la Prima guerra mondiale, Jacques Thibaud e Georges Enesco contribuiscono ugualmente a rendere popolare questo lavoro, inserendolo nel repertorio delle loro tournée. Questa sonata, nella quale il compositore cerca di unificare i due strumenti, aveva però una lunga storia. Vierne dovette interromperne a due riprese la composizione (1905-07): dapprima a causa di un incidente che gli provocò la rottura di una gamba e poi a causa di una febbre tifoidea. Poiché le disgrazie non arrivano mai sole, il compositore, non avendo potuto portare a termine il brano in tempo utile perché Ysaÿe e Pugno lo eseguissero nel 1907, lo affidò a un violinista che si rivelò inadeguato. A completare il quadro, rendendo la prima esecuzione pubblica della sonata un autentico incubo, quel musicista incompetente si rivelò essere l’amante della moglie di Vierne (la coppia si separerà nel 1909). Rompendo con la tradizione della forma ciclica di César Franck, il compositore propone un lavoro in cui i quattro movimenti sono autonomi l’uno rispetto all’altro. L’Allegro risoluto si basa su due temi: l’uno appassionato, l’altro sereno. L’Andante sostenuto punta ancora di più sui cambiamenti di tono, passando dalla delicatezza di una quasi-berceuse al sordo dolore del Poco agitato ma non più vivo. Il vorticoso Intermezzo e la spettacolare conclusione del quarto movimento, di grande ampiezza, permettono agli interpreti di esprimere tutto il loro virtuosismo.