Serenata per violoncello e pianoforte
Opus 46
Mel Bonis pubblicò la sua Serenata presso Leduc nel 1899, nello stesso proficuo anno in cui andarono in stampa anche le sue Marionnettes, la Barcarolle-Étude, il Regina cœli e la Prière de Noël (su una poesia di Amédée-Louis Hettich). Dedicato alla violoncellista Marguerite Chaigneau (1875-1943), questo lavoro può anche essere eseguito al violino e denota la propensione di Mel Bonis per i brani isolati, pezzi di genere ereditati dal romanticismo (barcarola, improvviso, ballata, etc.), la cui eventuale fonte d’ispirazione rimane nel vago. In forma ABA’, la Serenata non presenta difficoltà tecniche particolari e rientra piuttosto nell’ambito della cosiddetta “musica domestica” da suonare in famiglia o tra amici. Il violoncello, al quale è riservata la didascalia cantabile, è quasi sempre in primo piano, anche se il pianoforte osa talora abbozzare un dialogo. Questo brano rivela anche l’ambivalenza della compositrice, che oscilla tra le convenzioni legate al pezzo da salotto e la volontà di introdurre accenti più personali: parallelamente al fascino melodico, alle armonie convenzionali, alla concatenazione di frasi costruite sul medesimo schema ritmico, si colgono accordi più ricchi e modulazioni inattese (come quella, in la bemolle maggiore, a distanza di tritono dal re maggiore della tonalità principale), mentre frasi di cinque o sei battute turbano la simmetria delle quadrature. Del resto, è in questi momenti che il pianoforte abbandona il suo ruolo strettamente di accompagnamento per diventare più melodico.
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data di pubblicazione : 04/10/24
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