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Trio con pianoforte n. 1 in sol minore op. 11

Compositore/i :
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Formazione musicale :
Instrument(s) :

1. Allegro – 2. Andante – 3. Presto leggiero – 4. Allegro molto agitato 

L’8 febbraio 1880, il pubblico della matinée domenicale della Salle Érard scopre il Trio n. 1 di Cécile Chaminade, primo lavoro da camera della compositrice ventiduenne, che lo esegue al pianoforte accompagnata dal violinista Martin Marsick e dal violoncellista Anton Hekking. L’opera viene accolta con favore: è scritta “con mano già ferma e sicura, e dà prova di un sapere serio e profondo”, nota Auguste Morel in “Le Ménestrel”. Ma dietro gli elogi si nascondono i pregiudizi tipicamente riservati alle donne. Denis Magnus, critico del “Gil Blas”, dichiara a proposito del terzo movimento, che attira soprattutto la sua attenzione: “Lo scherzo soprattutto si fa notare per la sua originalità; è personale, volutamente squadrato, e inoltre vi si respira una grande freschezza di idee, come può averne una ragazza”. Morel nota invece che “ha quasi l’aria di una fantasia per pianoforte, piuttosto che di un brano di musica da camera”. E se fosse proprio questa l’estetica di Cécile Chaminade? Benché il Trio di questo terzo movimento abbia forme classiche (schema ABA’ per l’Andante, forma-sonata per il primo e il quarto movimento), esso è caratterizzato da una trama musicale limpida e da una scrittura lieve ma virtuosistica, soprattutto per la parte del pianoforte, che attesta, di fatto, l’eccellenza tecnica della compositrice. Modulazioni audaci (in particolare nel finale, che tocca il fa diesis maggiore e il mi maggiore) si inseriscono in una musica che privilegia un tono da Intermezzo (l’Allegro iniziale), un lirismo caloroso (l’Andante) e lo spirito di un divertissement (l’ultimo movimento).

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data di pubblicazione : 25/09/23



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