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D’un soir triste et D’un matin de printemps

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Nel 1917-1918, poco prima di morire, Lili Boulanger compone due pezzi che non si possono comprendere l’uno senza l’altro, anche se è possibile eseguirli separatamente: D’un soir triste e D’un matin de printemps. Essi rappresentamo i due versanti psicologici della compositrice, al pari del titolo di una delle sue mélodies, Elle est gravement gaie («Essa è gravemente allegra»). Benché siano di natura opposta, i due brani presentano lo stesso ritmo a tre tempi, lo stesso colore armonico modale e soprattutto lo stesso tema melodico. Lili Boulanger li orchestrò poco tempo dopo averli composti; sono le ultime opere che la musicista poté creare senza l’aiuto della sorella maggiore Nadia.

Di D’un soir triste esistono due versioni da camera: una per trio con pianoforte, e una per violoncello e pianoforte. La partitura, di straordinaria potenza evocativa, ha inizio con una scansione di accordi che le conferisce un’andamento processionale. L’atmosfera è solenne. La scrittura si arricchisce progressivamente, attestando un senso del colore armonico di cui non si conosce nessun altro esempio in un compositore di soli 24 anni. La precisione dell’orecchio che ha presieduto all’elaborazione di una polifonia così abbondante, e tuttavia così magistralmente padroneggiata, è del tutto stupefacente. Lili Boulanger è stata spesso accostata a Debussy, ma qui la sua musica, nell’asprezza del linguaggio, evoca anche Ravel. Peraltro, di quale malinconia vespertina si sta parlando? Nulla lo dice, ma non dobbiamo dimenticare che la salute di Lili si era deteriorata a partire dal 1916, e che essa era ormai consapevole di essere condannata a una morte precoce. Ciò può spiegare come D’un soir triste non sia soltanto impregnato di tristezza, ma presenti anche un carattere funereo, e addirittura una certa violenza. Una sorta di trasfigurazione appare a un certo momento della partitura, allorché si raggiunge una tonalità maggiore. Il tema principale ritorna poi sotto luci diverse, «lontano come un ricordo», prima della conclusione «calma e dolorosa» – e anche fatalista.

D’un matin de printemps, per violino (o flauto) e pianoforte, è uno dei pochi pezzi di carattere leggermente ottimista firmati da Lili Boulanger. Il tema è lo stesso di D’un soir triste, che in genere lo precede nei concerti, anche se non c’è nessun obbligo al riguardo. Tale tema è qui presentato nella veste di una danza vivace, che si agita su accordi ribattuti dalle ricche sonorità, molto debussiane. Segue un passaggio più calmo, «misterioso, espressivo, rubato», in cui il violino esegue dei trilli, mentre il piano fa risuonare degli accordi. Il violino si lancia allora in una melodia ampia e lirica, riecheggiata dalla tastiera, su armonie seducenti e complesse, forse anche decadenti, e, se le si ascolta attentamente, di un’audacia sorprendente. Il tema principale ricompare esattamente come all’inizio, per poi essere variato in modo elegiaco, alla maniera di un carillon, prima di essere enunciato un’ultima volta con la massima potenza.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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