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Le Glas op. 39

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Nell’autunno 1916, Louis Vierne intraprende un ciclo per pianoforte intitolato Poème des cloches funèbres (Poema delle campane funebri). A Losanna, il musicista compone solo due dei quattro pezzi previsti: Cloches dans le cauchemar (Campane nell’incubo) e Le Glas (Il rintocco funebre). Per molti anni, questi brani inediti si ritennero perduti; tuttavia, alla fine del XX secolo fu ritrovato il manoscritto del secondo. Le Glas, scritto il 25 dicembre 1916, è dedicato da Vierne «alla memoria del mio amico Alphonse Franc». Il solenne Molto adagio si apre su un’armonia di sol diesis, dalla sonorità aspra e scavata, in quanto priva di terza. L’accordo risuonerà a intervalli regolari nel corso dell’intero pezzo, a rappresentare appunto il rintocco del titolo. Nel registro grave gli si sovrappone un motivo di ottave, che ben presto, accompagnato da accordi più densi, raggiunge la mano destra. Mentre i colori armonici si arricchiscono, il motivo trova nuovi sviluppi; e sempre, immutabilmente, risuona il rintocco del sol diesis, che, sotto l’effetto delle cangianti armonie che lo circondano, assume risonanze nuove, così come un oggetto prende colori diversi sotto l’effetto di differenti illuminazioni. Si pensi al brano di Ravel Le Gibet (Il patibolo), composto otto anni prima, nel quale risuona continuamente un si bemolle, come indipendentemente dalla musica che lo avvolge. Il brano di Vierne è notato su quattro pentagrammi, invitando così l’interprete a differenziare bene i piani sonori. Dopo un punto culminante fortissimo (fff), a poco a poco il motivo di ottave svanisce, et la marcia tace, facendo risuonare un’ultima volta l’accordo di sol diesis.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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