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Mephisto-valzer n. 3 S. 216

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Negli anni Ottanta dell’Ottocento, vent’anni dopo il Mephisto-valzer n. 1, Liszt si ispirò nuovamente al personaggio diabolico per una mezza dozzina di pezzi per pianoforte, senza però esplicitare il riferimento al Faust di Nikolaus Lenau: i Mephisto-valzer n. 2 (1881), n. 3 (1883), n. 4 (1885, incompiuto), nonché la Mephisto-polka (1882-1883) e la Bagatella senza tonalità, per la quale era stato pensato il titolo di Mephisto-valzer. Dedicò il Mephisto-valzer n. 3 a Marie Jaëll, che era divenuta la sua segretaria dopo la morte del marito Alfred nel 1882. La musicista e pianista francese portò a termine la composizione del pezzo e lo eseguì a Weimar alla presenza di Liszt, il quale si congratulò con lei: “Ecco, è il vostro valzer di Mefistofele. L’ho completamente trasformato. Siete voi che ieri l’avete suonato qui in un modo tale da farmi capire che cosa doveva essere”. Questo terzo Mephisto-valzer è un po’ meno virtuosistico dei due precedenti, sebbene le ottave e gli accordi della seconda metà del pezzo richiedano potenza e resistenza; in compenso, denota un linguaggio ancora più sorprendente, caratteristico delle opere tarde di Liszt. Si pensi in particolare al motivo principale, enunciato sin dalle prime battute, in cui la combinazione di accordi di quarta e di uno di terza ricorda il suono della chitarra. Il pezzo è ricco di concatenazioni cromatiche, di armonie strane e non funzionali; azzarda addirittura una fine “aperta” su un re diesis che non dà l’impressione di una vera conclusione. A Mefistofele spetta dunque il compito di aprire la strada alla “musica del futuro”.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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