Gabriel DUPONT

Dopo avere studiato musica col padre, Gabriel Dupont entra nel Conservatorio di Parigi nelle classi di André Gédalge, Charles Widor e Jules Massenet. Dopo avere ottenuto un secondo prix de Rome nel 1902, riscuote il suo primo successo con l’opera lirica naturalista La cabrera, che vince un importante concorso internazionale e viene rappresentata a Milano nel 1904, sotto l’egida dell’editore Sonzogno. La seconda opera lirica di Dupont, La glu, da un romanzo di Jean Richepin, viene rappresentata nel 1910; è un lavoro che si iscrive nella corrente regionalista, con arie tratte dal folklore bretone. Seguiranno altre due opere: l’orientalista Antar, che Henri Büsser inserirà a titolo di esempio nella sua revisione del Traité pratique d’instrumentation di Ernest Guiraud, e La farce du cuvier. Esse saranno però rappresentate postume: afflitto da tempo dalla tubercolosi, Gabriel Dupont muore infatti all’età di 36 anni. Il suo catalogo comprende anche una ventina di mélodies su poesie di Verlaine, Silvestre, Rimbaud, Richepin, nonché brani di musica strumentale e due importanti cicli per pianoforte: Les heures dolentes (1905) e La maison dans les dunes (1910), composti in parte ad Arcachon, ove il suo stato di salute gli imponeva di trascorrere l’inverno. Dotati di una scrittura originale, che abbina armonie complesse e un carattere spesso dolente, questi lavori dai titoli misteriosi evocano il linguaggio contemporaneo di Debussy (di cui tuttavia Cras non è un epigono), ma anche quelli di Franck, Massenet e Fauré. Sembrano collocarsi, come tutta la produzione di Dupont, sotto il segno di quella «malinconia della felicità» che è il titolo di uno dei suoi brani per pianoforte.