Gaston SERPETTE

Figlio di un industriale di Nantes, Gaston Serpette studia giurisprudenza e diventa avvocato prima di dedicarsi alla musica. Questo nuovo orientamento si rivela fruttuoso: ammesso al Conservatorio di Parigi nelle classi di Jules Duprato e di Ambroise Thomas, Serpette vince, ancor prima di aver ottenuto il minimo riconoscimento in quell’istituzione, il primo Grand Prix de Rome nel 1871 con la cantata Jeanne d’Arc. Con grande rammarico dei suoi ex professori e dei membri dell’Institut de France che lo avevano incoronato, Serpette durante il proprio soggiorno alla Villa Medici abbandona i generi “seri” per dedicarsi quasi esclusivamente all’operetta. La predilezione per questo genere orienterà da allora in poi la sua intera carriera: il suo catalogo comprende trentuno operette, rappresentate al Théâtre des Bouffes-Parisiens, al Théâtre des Variétés o al Théâtre des Nouveautés tra il 1874 e l’anno della sua morte (La Branche cassée, Le Manoir de Pic-Tordu, Le Singe d’une nuit d’été, Les Demoiselles du Téléphone, La Dot de Brigitte, Madame le Diable, Shakespeare…). A queste produzioni si aggiungono pezzi e opere per voce e pianoforte che parimenti riscuotono grande successo ai loro tempi; in particolare La Bouquetière (di cui è anche paroliere) nel 1877 e La Mort des amants (su testo di Baudelaire) nel 1879. Attivo prevalentemente a Parigi, Serpette lascia la capitale in talune occasioni: dapprima parte per Londra, dove occupa per un certo periodo un posto di direttore d’orchestra; poi per l’Algeria, dove diventa proprietario di vigneti. Verso la fine della vita Gaston Serpette sarà anche critico musicale, recensendo, per esempio, la prima di Pelléas et Mélisande di Debussy per il giornale “Gil Blas”.