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Tarantella per flauto e clarinetto op. 6

Compositore/i :
Date :
Instrument(s) :

Con accompagnamento dell’orchestra o del pianoforte

Nel 1857, quando viene nominato titolare dell’organo della chiesa della Madeleine, il giovane Camille Saint-Saëns può rallegrarsi di questo successo e dimenticare la sconfitta al prix de Rome (1852). Questi primi numeri d’opus lo mostrano impegnato tanto in pezzi da salotto quanto in opere sacre o in concerti sinfonici. Con la Tarantella op. 6 il compositore si cimenta nella musica concertante, confezionando un brano su misura per i due dedicatari, Louis Dorus e Adolphe Leroy, rispettivamente primo flauto e primo clarinetto dell’Académie royale de musique. Possiamo immaginare che Saint-Saëns, concertista a sua volta sin dal 1846, avesse già avuto l’occasione di conoscere questi due virtuosi nell’ambito delle serate parigine. La sera della prima esecuzione, il 28 aprile 1857 alla Salle Pleyel, è lui stesso ad accompagnare al pianoforte i due solisti. Brioso e in continuo cambiamento, il pezzo propone un’ampia tavolozza di colori, dall’inizio spiritoso fino al finale precipitoso, passando attraverso una sezione centrale distesa ed espressiva. Un semplice motivo di quattro battute, enunciato dal pianoforte già nell’introduzione, serve da filo conduttore per tutto questo brano ameno. Nel 1911, in un articolo su Rossini per “L’Écho de Paris”, Saint-Saëns racconta come, durante una delle sue serate, il maestro italiano avesse fatto eseguire la Tarantella facendola passare per un lavoro suo. Dopo che i presenti avevano espresso il loro entusiasmo, avrebbe detto: “Sono perfettamente d’accordo con voi: ma questo duo non è mio, è del signore qui presente”. Questo passaggio di testimone in forma di scherzo vale da introduzione al mondo dei salotti.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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