Fra Diavolo ou L’Hôtellerie de Terracine

Fra Diavolo, che porta il nome di un personaggio storico che aveva organizzato la resistenza napoletana contro le campagne di Napoleone, è alla testa di una squadra di banditi di strada. Come Robin Hood, ruba ai ricchi per donare ai poveri. Scribe e Auber non sono più alle prime armi allorché presentano questa nuova opera alla sala Ventadour. Le circa duecento rappresentazioni parigine nei primi dieci anni (che alla fine del secolo arriveranno a quadruplicarsi) danno la misura del favore che l’opera incontrò presso il pubblico e gli artisti del tempo. La partitura si basava principalmente su un trio di voci maschili acute ben differenziate: Jean-Baptiste Chollet (baritenore), Louis Féréol (tenore buffo) e Théodore Moreau-Sainti (tenore di grazia). Nel libretto non mancano le situazioni piccanti: la scena in cui Zerline si corica è osservata e commentata dai banditi che devono attraversare la sua camera per commettere un furto. La presenza di viaggiatori inglesi (Lord Kokbourg e sua moglie Pamela) forniva l’occasione per burlarsi dell’accento pseudo-britannico affettato da Féréol, mentre i dialoghi erano valorizzati dal genio comico di Madame Boulanger (nonna delle compositrici Lili e Nadia Boulanger), la quale non cantava sempre in modo perfetto, ma era molto brava nel pronunciare le proprie battute in modo da far scoppiare a ridere il pubblico. Si notano peraltro pagine molto vocali, come la romanza di Lorenzo. Nella grande aria «Je vois marcher sous ma bannière», Fra Diavolo imita tutti quelli che passano e addirittura canta in falsetto per imitare la voce di una bambina; è uno dei rari casi in cui l’uso della voce di testa si è conservato. Il successo delle riprese nel XX secolo (Nicolai Gedda fu uno dei grandi interpreti del ruolo del protagonista) dimostra che l’opera possiede qualità intrinseche tali da piacere a un pubblico molto più moderno.