Sapho
Opéra en 3 actes créé à l'Académie royale de musique de Paris.
In Sapho, la sua ultima opera lirica (1822), l’approccio drammatico di Reicha è innovativo. Egli introduce anzitutto un certo carattere pittoresco in quest’opera che si svolge in Sicilia e prevede una barcarola e una siciliana nel divertissement dell’atto II. Un altro elemento caratteristico è la presenza sulla scena di un mandolino, la cui musica è imitata dai pizzicati del violino solo. Sorprende pure la varietà dei colori strumentali, così come l’atmosfera serafica dell’ultimo atto che, con l’armonica e le due arpe, contrasta coi colori gravi del primo, con i suoi timpani e i suoi tromboni associati alle figure dei pirati che si impossessano della lira della poetessa. La scrittura dei cori, in particolare, mostra un’evoluzione. Per esempio la scena dei pirati, ispirata a quella dell’Orphée di Gluck, dimostra, col suo profilo tonale assai modulante, la nuova importanza dei cori, che in Gluck sono statici ma qui partecipano maggiormente all’azione, conferendo all’opera una dimensione nuova: siamo già di fronte alla scrittura vocale del grand opéra francese. In Sapho, Reicha incarna dunque «la modernità dello stile francese del suo tempo e [anticipa], al di là del generale rossinismo degli anni Venti, la scrittura vocale che si è sistematizzata nel genere del grand opéra francese. [...] Non essendone stato il fondatore [...] Reicha finisce, paradossalmente, per divenirne quasi il teorico» (Emmanuel Reibel). Tuttavia, la prima non ebbe successo, e l’opera cadde dopo dodici rappresentazioni.
Documenti e archiv
Scenografia
Esquisse de décor pour Sapho (Reicha) : acte I
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data di pubblicazione : 16/12/23
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