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Nocturnes

Compositore/i :
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Formazione musicale :
Instrument(s) :

Notturno in fa maggiore op. 4 (1854) – 1o Notturno in re maggiore (1868) 

Nell’opera pianistica di Georges Bizet figurano due Notturni, scritti a distanza di circa quindici anni l’uno dall’altro. La loro numerazione può generare confusione, poiché il primo fu pubblicato nel 1868 da Hartmann con il titolo Premier nocturne pour le piano: Bizet ha quindi tralasciato l’altro Notturno, rimasto inedito fino al XX secolo. Il primo in ordine di composizione è un’opera della prima giovinezza: il compositore, infatti, aveva solo sedici anni quando lo scrisse. Le sue ampie dimensioni, tuttavia, dimostrano già finezza nell’arte dello sviluppo e una padronanza formale degna di nota in un sedicenne. È quindi sotto il duplice patrocinio di Antoine Marmontel, suo insegnante di pianoforte, e di Fromental Halévy che dobbiamo cercare le possibili influenze, dato che Bizet era irrimediabilmente legato al primo ed era appena entrato nella classe di composizione del secondo. L'altro Notturno, in re maggiore, risale a un periodo in cui Bizet, pur non avendo ancora conosciuto grandi successi, aveva raggiunto una certa notorietà grazie a Les Pêcheurs de perles, che aveva ottenuto recensioni tiepide, ma gli era valso le lodi di Berlioz. Se all’epoca le facili soluzioni compositive di Bizet erano oggetto di critiche, egli sembra tuttavia scostarsene in queste poche pagine pianistiche, che eludono sottilmente la stabilità tonale. La sezione centrale interviene come una zona di turbolenza: il vocabolario tematico si sgretola per poi dilatarsi nella terza parte. Questo vagare più o meno generalizzato è il modo in cui il compositore gioca con le aspettative dell’ascoltatore.

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data di pubblicazione : 30/07/24



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