Sinfonia n. 3 in si bemolle minore op. 11
Introduction et Ouverture : Modéré. Vif – Danses : Très vif – Pastorale : Modéré – Final : Vif
Magnard intraprese questa sinfonia nel 1895 e la terminò nel 1896, anno del matrimonio con Julia Creton e della nomina alla cattedra di professore di contrappunto alla Schola cantorum. Ne diresse l’esecuzione il 14 maggio 1899 a Parigi. Il concerto, interamente dedicato alla sua musica, comprendeva anche la Sinfonia n. 2, l’Ouverture Op. 10, il Canto funebre (Chant funèbre) ed i suoi Poemi per voce ed orchestra (Poèmes pour voix et orchestre). I critici lodarono la riuscita della nuova opera. Paragonando gli scherzi delle sinfonie, intitolati Danses in entrambe le partiture, Dukas sottolineò che «è nella terza che tale gusto [del ritmo] si manifesta con maggiore imprevedibilità e leggerezza. Vi sono opposizioni di misura e rotture di senso dall’effetto sommamente gradevole». Insoddisfatto, il compositore si lanciò tuttavia in un lavoro di revisione nel 1902. Sotto la bacchetta di Camille Chevillard, il rimaneggiamento riscosse un vivo successo ai Concerts Lamoureux nel 1904. E a ragione, poiché Magnard riesce qui ad equilibrare l’abituale profusione d’idee con una nuova padronanza della traiettoria formale e dell’agogica. I numerosi cambiamenti di tempo, e perfino di misura (con un elemento tematico a cinque tempi nelle Danze), sono finemente articolati, ed il principio ciclico si libera di ogni prevedibilità. Il linguaggio si colora di tocchi modali originali, e d’inflessioni rustiche nel secondo movimento. Grazie alla sovrapposizione di velocità diverse, Magnard riesce a mantenere l’energia ritmica pur offrendo un senso di distensione: si pensi in particolare al Finale, quando ritorna il corale dell’Introduzione.
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data di pubblicazione : 25/09/23
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