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Diane, ouverture per pianoforte a quattro mani

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Debussy cominciò forse Diane in Russia, dove aveva raggiunto Nadezda von Meck, facoltosa melomane mecenate di Ciaikovskij, la quale l’aveva assunto nell’estate 1881. La terminò il 27 novembre a Roma, città che scoprì tre anni prima del soggiorno alla Villa Medici. Non sappiamo se fonti letterarie o pittoriche abbiano ispirato questa partitura dedicata a Ernest Guiraud (suo docente di composizione), rimasta inedita fino al 2002. Essa non sembra avere alcuna relazione con Diane au bois (1883-1885), progetto di comédie lyrique su testo di Banville della quale rimane un unico frammento. Ma l’affinità dei titoli rivela l’interesse del musicista per l’Antichità, certo più fantasticata che storica. Allo stesso periodo risalgono anche Hélène, scena lirica incompiuta su un poema di Leconte de Lisle, e Le Triomphe de Bacchus per pianoforte a quattro mani. Con ogni evidenza Debussy sentiva già il richiamo dell’orchestra, senza ancora osare affrontarla. Qualche mese prima aveva cominciato una Sinfonia in si minore per pianoforte a quattro mani. In Diane le sovrapposizioni di piani sonori, i numerosi raddoppi e l’apoteosi finale denotano un pensiero orchestrale. Il giovane compositore è ancora lungi dalle future audacie; ma s’intuisce che sta confusamente tentando di emanciparsi dalle costrizioni accademiche. La scansione del ritmo di siciliana, che stilizza squilli di caccia, è ammorbidita da garrule scale, mentre imprevisti disegni melodici e concatenazioni armoniche lasciano presagire le stupefacenti innovazioni del decennio successivo.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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