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Six Études op. 52

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No 1 : Prélude – No 2 : Pour l'indépendance des doigts – No 3 : Prélude et fugue en fa mineur – No 4 : Étude de rythme – No 5 : Prélude et fugue en la mineur – No 6 : En forme de valse

Prima delle tre raccolte di studi di Saint-Saëns, l’opera 52 fu composta nel 1877. Riservata a eccellenti pianisti (i pezzi sono dedicati in successione a Édouard Marlois, Wilhelm Krüger, Anton Rubinstein, Constance Pontet, Nicolas Rubinstein e Marie Jaëll), contiene anche studi “di scrittura”: i nn. 3 e 5 recano la menzione “Prélude et fugue”. Secondo Saint-Saëns, il pianista deve saper rendere intellegibile l’intreccio di più linee melodiche. La presenza di questi due dittici attesta anche la sua passione per l’opera di Bach. Lo Studio n. 4, sottotitolato “Étude de rythme”, sovrappone invece metri binari e ternari in un tempo Andantino. In realtà, la velocità non è sempre in primo piano. Il secondo pezzo, Andantino malinconico, è uno studio sulla sonorità: in ogni accordo l’interprete deve far risaltare una sola nota (evidenziata sullo spartito da un carattere in corpo maggiore), suonata successivamente dalle diverse dita delle due mani al fine di far spiccare una linea melodica. In compenso, i brani che aprono e chiudono la raccolta dispiegano uno sfolgorante virtuosismo, accumulando le difficoltà di natura diversa (scale, arpeggi, note ribattute, gioco di ottave, mani alternate o incrociate ecc.). Jean Gallois suggerisce che l’ultimo Studio potrebbe essere “una garbata caricatura delle opere salottiere allora di moda in certi ambienti”. Sulla base di questo valzer Ysaÿe elaborò un Capriccio per violino e pianoforte.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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