Grisélidis

È nel 1891 che Grisélidis, mistero in tre atti di Silvestre e Morand, si stabilisce per alcuni mesi alla Comédie-Française. Il suo successo attira Massenet, che instaura un’amicizia con Silvestre, già autore di numerose poesie per le sue mélodie. Ispirata ad una leggenda del XII secolo, la storia è quella di Grisélidis, fedele sposa del marchese di Saluce, partito a guerreggiare in Terra Santa. Mentre il Diable mette alla prova la sua fedeltà e fa apparire il suo ex-amante Alain, la sposa virtuosa si fa anche madre affettuosa per non soccombere alla tentazione. La genesi di Grisélidis risale all’autunno del 1893, quando Massenet si rallegra delle proprie sessioni di lavoro con Silvestre. Terminata alla fine del 1894, l’opera è messa da parte a vantaggio di Cendrillon, poi di Sapho, la cui prima è accelerata dall’omaggio organizzato per Daudet e dall’ardente successo di Calvé ne La Navarraise. Scartata numerose volte, la partitura di Grisélidis è integralmente rimaneggiata nell’autunno del 1900. La sua scrittura musicale tratta in modo ideale l’incontro dei registri religiosi, lirici e comici, mentre la scrittura vocale fa mostra di un’accuratezza particolare, e cesella gli stati psicologici di ogni personaggio. In Lucienne Bréval (Grisélidis), Lucien Fugère (le Diable), Adolphe Maréchal (Alain) ed Hector Dufranne (le Marquis) Massenet trova gl’interpreti ideali, capaci tanto di sfumature che di coraggio. L’ingegnosa regia di Albert Carré, che gestisce con cura involamenti, apparizioni ed effetti luminosi, partecipa incontestabilmente al successo dell’opera durante la prima nella Salle Favart.