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Barcarolle op. 65 n. 6

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In parallelo alle opere virtuosistiche, Alkan compose pezzi che rispecchiavano l’ideale romantico di un pianoforte “vocale”. Benché non siano esenti da difficoltà tecniche, le cinque raccolte di Chants op. 38 (due quaderni), 65, 67 e 70 richiedono innanzitutto un lavoro sulla sonorità, sul legato e sul cantabile. Splendido e struggente omaggio a Mendelssohn, incontrato forse a Parigi nell’inverno 1831-1832, essi rimandano nel titolo ai Lieder ohne Worte (Canti senza parole) del tedesco, i quali comportano tutti sei pezzi, come nel formato seguito da Alkan. Sono modellati soprattutto sui Lieder ohne Worte op. 19b, il cui piano tonale è ripreso in tutte le raccolte di Chants: mi maggiore, la minore, la maggiore, fa diesis minore e solminore. Inoltre l’opera 19b termina con un Venetianisches Gondellied (Gondoliera veneziana), unico brano recante un titolo. Analogamente ogni quaderno di Alkan si chiude con una Barcarolle. Ma il compositore francese apprezza maggiormente le titolazioni evocative. Nell’opera 65 (scritta probabilmente nel 1864) alcuni pezzi sfuggono a questa tendenza: Vivante ondeggiante e delicato (n. 1), Canonin cui si combinano una voce di soprano e una voce di tenore (n. 3), Tempo giusto la cui capricciosa energia ricorda Schumann (n. 4). In compenso le immagini diventano più precise in Esprits follets (n. 2), eco degli impalpabili scherzi mendelssohniani, in Horace et Lydie (n. 5), dialogo strumentale ispirato a un’Ode di Orazio, e nella Barcarolle. La felpata malinconia di quest’ultima evoca talvolta Chopin, ma le sue stranezze armoniche sono dovute unicamente ad Alkan.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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