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Trois marches per pianoforte a quattro mani op. 40

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In questi pezzi per pianoforte a quattro mani del 1857 Alkan non esplora né il virtuosismo (anche se sono necessari solidi interpreti), né l’espressione (invero poco contrastata), né il linguaggio musicale (relativamente semplice): cerca semmai di animare la scrittura senza abbandonare il genere piuttosto codificato della “Marcia”. La forma procede da un accumulo di brevi sezioni, spesso ripetute e poi concatenate. Ma sotto la spigolosità, la rigidità quasi, del discorso affiora costantemente uno spirito ludico: i motivi sembrano girare in tondo, la musica freme, si accalora repentinamente, assume un tono confidenziale, diventa marziale, festiva, esageratemente solenne o falsamente reboante. Alkan compone numerose marce, ma riesce a evitare la rigidità del genere (si potrebbe pensare alla più tarda Joyeuse marche di Chabrier, o alla maniera in cui Ravel trasfigurerà generi molto codificati come quello del valzer). Si noti nella Première Marche, “Allegro”, il passaggio accompagnato da un reiterato motivo discendente: evidente allusione alla parte centrale della Polonaise héroïque di Chopin (alla quale si era ispirato anche Liszt nelle sue Funérailles, composte in omaggio al polacco). La Deuxième Marche, “Allegro moderato”, si apre sul rintocco di un pedale di sol nel registro acuto. Questo pezzo con i suoi ricchi piani sonori è il più straordinario dei tre. Esso termina in una magniloquenza che può essere solo umoristica. Viceversa, la Troisième Marche, “Modérément”, differenzia chiaramente accompagnamento (staccato) e melodia (giocosa e ornata). Si badi a non confondere questi brani con le Trois marches, quasi da cavalleria op. 37, per pianoforte solo, composte da Alkan in quello stesso anno 1857.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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