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Sonata per violoncello e pianoforte n. 1

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Allegro – Andante – Andante comodo

Sebbene la Sonata per violoncello e pianoforte n. 1 in re minore, op. 109, sia stata composta nel 1917, Fauré ci pensava sin dal 1880; all’epoca era però riuscito a completare solo un movimento lento, che divenne molto famoso come pezzo a sé stante con il nome di Élégie op. 24. Fu alla fine della sua vita, durante un ultimo periodo di attività creativa particolarmente fertile, che il compositore riprese a scrivere una sonata per violoncello e pianoforte; il lavoro, iniziato a Saint-Raphaël, fu portato a termine a Parigi. A quanto sembra, il 10 novembre 1917 ne fu eseguita una prima versione alla Société nationale de musique, con André Hekking al violoncello e Alfred Cortot al pianoforte. La versione definitiva fu interpretata al Théâtre des Champs-Élysées nel 1918 dal violoncellista Louis Hasselmans, al quale il brano fu dedicato al momento della pubblicazione presso Durand. L’opera adotta il tradizionale schema in tre movimenti. L'Allegro si apre con un ritmo meccanicamente sincopato al pianoforte che dà ampio spazio all’espressione del violoncello, prima che si instauri un dialogo serrato tra i due strumenti in un’alternanza di sequenze contrastanti, ora sussurrate, ora tormentate. Il movimento centrale, Andante, invita a una delicata fantasticheria in cui il violoncello conduce una linea vocale apparentemente facile, ma che in realtà richiede all’interprete un’attenzione costante. Nel terzo movimento, Allegro commodo (sic), la linea melodica è ancora più evidente e ciascuno degli strumenti vi si effonde liberamente: il pianoforte con uno slancio dagli accenti romantici, il violoncello in un fervore decisamente lirico.