La Chanson de Fortunio
Opéra-comique in un atto, rappresentata per la prima volta il 5 gennaio 1861 al Théâtre des Bouffes-Parisiens (sala Choiseul).
Su libretto di Ludovic Halévy e Hector Crémieux, l’opera si ispira al Chandelier di Alfred de Musset. Offenbach, direttore d’orchestra alla Comédie-Française, aveva composto già nel 1850 la musica per la terza scena del secondo atto di quella pièce, in occasione di una sua ripresa. Pubblicata da Heugel in una raccolta di canzoni di Offenbach intitolata Les Voix mystérieuses, la romanza La Chanson de Fortunio è uno dei brani capitali del repertorio lirico del Secondo Impero, regolarmente eseguita, in particolare, dal famoso tenore Gustave-Hippolyte Roger nel corso dei suoi recital. “Un bene male acquistato non porta mai profitto”: questa potrebbe essere la morale di un’opera che mette in scena i tormenti di Maître Fortunio, avvocato lorenese del XVIII secolo e marito geloso della giovane Laurette, che egli sospetta abbia una relazione con il suo impiegato Valentin. Questi, effettivamente innamorato di Laurette, è però troppo timido per confessare i propri sentimenti. La gelosia di Fortunio si nutre di un segreto che verrà svelato in virtù di questo episodio: lui stesso, a suo tempo, sedusse sua moglie grazie a una vecchia canzone che dà a chi la canta il potere di conquistare la donna amata. A loro volta, gli impiegati dell’avvocato fanno uso di questi poteri musicali per sedurre le loro dulcinee. Composta in tutta fretta (in una settimana), quest’opéra-comique riscosse un buon successo, che compensò il fiasco di Barkouf, avvenuto alcune settimane prima. Tuttavia, è per la romanza composta nel 1850 che l’opera è giunta ai posteri; accanto a Orphée aux enfers, La belle Hélène o La Grande-Duchesse de Gerolstein, essa figura nel pantheon delle opere più note e apprezzate del compositore.
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data di pubblicazione : 05/01/24
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