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Le Domino noir

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Laure Cinti-Damoreau dans Le Domino noir d'Auber

Opéra-comique en trois actes.

Un domino è un costume da ballo in maschera dotato di cappuccio; per metonimia, si designa con questa parola una dama ignota, solitamente individuata dal colore del suo abito. Così, Angèle de Olivarès indossa un abito nero in occasione delle feste per il Natale allestite negli appartamenti della regina di Spagna; è la sua ultima uscita pubblica prima di pronunciare i voti che la faranno diventare badessa del convento più chic di Madrid. Essa trova il modo di farsi riconoscere dal suo spasimante dell’anno precedente, Horace de Massarana, che la segue fino a casa di un amico e ne rispetta per un po’ l’anonimato. Il ruolo della protagonista comporta una sorprendente varietà di toni, in virtù dei travestimenti – la nobile fanciulla si fa passare per un’ancella aragonese – e dello scarto tra il suo devoto destino e il suo carattere romantico associato a modi civettuoli. Per esempio, nella grande aria all’inizio del terzo atto, quando infine, all’alba, rientra in convento, Angèle racconta come, durante la notte, sia stata assalita da un ladro che le ha strappato la croce e poi sia stata avvicinata da uno studente che, a suo dire, si sarebbe accontentato di un (eufemistico) bacio... Mentre l’orchestra esprime dapprima la sua fuga sfrenata, poi il panico dei battiti del suo cuore, la scena non è priva di un certo erotismo, rafforzato da una supplica: «Ô mon Dieu, disais-je en tremblant, sauve l’honneur du couvent!». La vivace vocalizzazione della cavatina che segue evoca al tempo stesso i movimenti della danza e il ridacchiare della fanciulla. L’energica governante Jacinthe e il pavido portiere Gil Pérès formano una coppia comica di domestici le cui reazioni contrastano con la gravità dei rischi corsi da Angèle e con l’intensità dei sentimenti provati da Horace. Auber brilla soprattutto per i motivi leggeri, allegri e facilmente memorizzabili che affida ai violini. I conciliaboli tra le donne durante il ballo offrono al compositore un pretesto per utilizzare la tecnica del parlante, collocando qua e là lunghe discussioni cantate su un continuum melodico dell’orchestra, un po’ alla maniera di un mélodrame.

Permalink

https://www.bruzanemediabase.com/it/node/5861

data di pubblicazione : 02/12/23



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