Un mari à la porte
Operetta in un atto, rappresentata per la prima volta il 22 giugno 1859 al Théâtre des Bouffes-Parisiens (sala Lacaze).
Ora che ha ricevuto l’autorizzazione a scrivere opere in più atti, Offenbach per Un mari à la porte sceglie di ritornare alla concisione dei suoi primi lavori Croquefer, Tromb-al-ca-zar, Ba-ta-clan. Con essi, Un mari à la portecondivide la semplicità e insieme l’efficacia del libretto e della musica. La trama ricorda i vaudeville di Labiche, nuova stella dei teatri parigini. La sera delle sue nozze, Suzanne litiga col marito. Attraverso il camino compare allora Florestan Ducroquet, poeta e musicista, in fuga da un marito geloso che è anche suo creditore. Il fuggitivo capisce presto che l’ufficiale giudiziario incaricato di recuperare i suoi debiti altri non è altri che il marito di Suzanne, Henri. Ha allora inizio una scenetta comica in cui Florestan e Suzanne cercano di fuggire mentre Henri picchia alla porta. La damigella di nozze di Suzanne, Rosita, venuta a dar manforte all’amica, si rivela essere la soluzione di tutti i problemi: sposa Florestan, la zia del quale ne paga tutti i debiti. La musica è accolta favorevolmente dalla stampa: “L’Illustration” del 9 luglio 1859 elogia la “quantità di bei pezzi assai vivaci, e al tempo stesso spirituali, fini, scritti con eleganza e condotti con molta arte”. La partitura comprende un numero pittoresco di particolare successo: il valzer tirolese “J’entends ma belle”, intonato da Rosita prima del clamoroso arrivo di Florestan.
Documenti e archiv
Frontespizio
Valse-Ouverture du Mari à la porte (Offenbach)
Caricatura, Illustrazione a stampa
Le Monde illustré, 1861/09/14 [Réouverture des Bouffes-Parisiens]
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data di pubblicazione : 22/06/24
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