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Préludes per pianoforte (libro I) : Les collines d’Anacapri

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La musica di Claude Debussy è importante soprattutto per il ruolo centrale del pianoforte, che si riallaccia alla tradizione strumentale dell’Ottocento, ma si presenta anche come laboratorio di sperimentazione di tecniche, timbri e stili. Il primo libro dei Préludes, da cui è tratto Les collines d'Anacapri, rivela una creatività davvero stupefacente da parte del compositore, che sembra peraltro condensarvi tutto ciò che avrebbe costituito l’originalità e al contempo la diversità della sua scrittura pianistica futura. Questo quinto preludio, firmato il 26 dicembre 1909, è una delle rare esplorazioni di luoghi mediterranei da parte di Debussy, il quale privilegiava i colori piatti e immoti dei mari del nord. Le fonti di ispirazione potrebbero risalire al suo soggiorno a Villa Medici tra il 1885 e il 1887. Ma l’immaginazione di Debussy perlopiù non si esprime nella rappresentazione diretta della superficie delle cose: la sua è “verità senza autenticità”, come scrisse Manuel de Falla. Inizialmente frammentato, l'inizio del preludio si compatta rapidamente a formare un ampio richiamo che annuncia un movimento vivace, nello spirito di uno scherzo, con l’andamento di una tarantella avvolta da pentatonismi. La poetica di Debussy si orienta qui verso la danza e una scrittura chiara e precisa, ma la magia diffusa della risonanza non è mai lontana. Al centro dell'opera, una sezione più lenta presenta un tema di bella e nobile semplicità, come un soave e seducente canto interiore. La terza sezione dell'opera fa eco alla prima e termina con una perorazione folgorante, un gesto finale duttile e breve, come quello che conclude L'Isle joyeuse o Jardins sous la pluie.

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data di pubblicazione : 10/10/23



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