Quartetto per pianoforte e archi in si minore

Il 3 dicembre 1892 Lekeu mise mano a questo Quartetto per pianoforte e archi su richiesta di Eugène Ysaÿe, destinatario della Sonata per violino e pianoforte che il compositore avevaappena portato a termine. Alla morte, all’indomani del suo ventiquattresimo compleanno, ne aveva terminato solo il primo movimento. D’Indy si assunse il compito di comporre le ultime battute del movimento lento. Sebbene nel dicembre 1893 Lekeu avesse annunciato di avere «trovato il finale della seconda parte del Quartetto e tutti i temi della terza», di quest’ultimo movimento non lasciò nulla di scritto. L’opera venne dunque eseguita in forma di dittico per la prima volta il 23 ottobre 1894 a Bruxelles dall’amico Mathieu Crickboom al violino, Paul Miry alla viola, Henri Gillet al violoncello e Louise Merck al pianoforte. La composizione aveva avuto inizio in uno stato di esaltazione conforme al programma emozionale descritto dal musicista: «La prima parte del mio Quartetto contiene per me un’intera poesia del cuore dove mille sentimenti diversi si scontrano, dove a grida di sofferenza seguono lunghi appelli alla felicità, dove si insinuano carezze che cercano di placare i pensieri più cupi», mentre il secondo movimento dichiara «l’amore quale fonte di tale dolore». La partitura di Lekeu era ambiziosa nella misura in cui si allontanava «da ciò che solitamente si ascolta nella musica da camera»: elementi tematici numerosi e mai chiusi in se stessi, lirismo esacerbato, densità contrappuntistica, cromatismo cui si oppongono accenni di scrittura modale, unità basata su brevi motivi più che su temi ciclici. Il 7 febbraio 1893 il compositore aveva profeticamente confidato alla madre: «Mi ammazzo per lo sforzo di mettere nella mia musica tutta la mia anima».