Quartetto per pianoforte e archi in sol minore op. 7

Il Quartetto per pianoforte e archi in sol minore op. 7 è uno dei lavori più riusciti di Alexis de Castillon. Dedicato ad Anton Rubinstein, venne eseguito per la prima volta il 23 dicembre 1869 a Pau, ove il compositore, ancora pochissimo noto al pubblico parigino, soggiornava tutti gli inverni. L’opera venne pubblicata nel 1871 e presentata con successo da Henri Fissot e dal Quatuor Armingaud alla Société nationale de musique nel febbraio 1872. Nonostante le difficoltà di quella stagione parigina, con questo quartetto Castillon riuscì a imporre la propria fama di compositore di musica da camera. Il primo movimento inizia con un’introduzione lenta e grave, costruita a partire da un motivo generatore, la quale sfocia in un Allegro deciso più violento, nato anch’esso dalla cellula di partenza. Il secondo movimento, Scherzando, è più vicino al minuetto, il cui ritmo elegante è costantemente scompigliato da un gioco di accenti spostati e dagli intermittenti interventi degli archi. Il Larghetto che segue («quasi marcia religiosa») sembra impregnato dal ricordo della marcia funebre del Quintetto op. 44 di Schumann. Con il suo grande lirismo e i suoi temi commoventi e appassionati, esso conquista immediatamente gli ascoltatori. La parola è data anzitutto al violoncello, la cui frase melodica si dispiega sulle spoglie armonie del pianoforte. Castillon riserva alla viola il canto espressivodella seconda sezione, dal ritmo ternario. Il finale del movimento rimane sospeso e si collega direttamente al Finale. «Di curiosa concezione», secondo Vincent d’Indy, questo Allegro si basa su una progressiva accelerazione del tempo fino alla fine del pezzo.