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Romance pour violoncelle et piano

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Nella sua versione originaria (1918), la Romanza per violoncello e pianoforte dà maggiore spazio al solista, mentre la tastiera fornisce l’accompagnamento. Il brano fu successivamente orchestrato dall'autore ed eseguito per la prima volta nel 1923, con Madeleine Monnier come solista e la direzione di Gabriel Pierné. In un unico movimento, questa romanza rivela una forma molto libera in cui si susseguono episodi in tempi diversi, ma tutti in una deliberata ricerca della lentezza. Il brano inizia con una sequenza lenta introdotta dal pianoforte, sulla quale il violoncello dispiega una sobria melodia in valori lunghi. Il discorso si infittisce man mano che si sposta nel registro superiore, ma sembra evitare deliberatamente qualsiasi lirismo. Un episodio centrale modulante testimonia una ricerca coloristica negli scambi tra i due strumenti, le cui curve si intrecciano nel registro mediano. Un passaggio virtuosistico del pianoforte consente un momento di riposo al violoncello, che riprende la parola in un rubato che riporta al movimento iniziale e alla sua melopea per formule ostinate. Un senso di rassegnazione sembra sopraggiungere quando il flusso di ottave del pianoforte produce una nuova luce, in cui il violoncello si insinua. Sebbene breve e modesto, il lavoro dimostra una sottile ricerca coloristica e richiede al violoncello un’espressività contenuta. Quando la versione orchestrale fu eseguita per la prima volta, tuttavia, fu criticata per una certa mancanza di semplicità: “una misteriosa tendenza a deviare un’ispirazione di simpatica franchezza dalla sua naturale espansione”, scrisse Émile Vuillermoz nell’“Excelsior” del 26 novembre 1923).

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data di pubblicazione : 29/01/24



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