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Sérénade et Saltarelle op. 7 per violoncello e pianoforte

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L’op. 7 di Auguste Tolbecque fu pubblicata dall’editore parigino Émile Chatot quando il compositore viveva già nel sud della Francia. Sul frontespizio si presenta come «professore del Conservatorio e violoncellista solista al Grand-Théâtre di Marsiglia». Dedicata «all’amico E. Lamotte», il brano fa parte di una serie di partiture per violoncello e pianoforte che Tolbecque struttura in due parti, abbinando un brano lento a uno molto più veloce: l’op. 5 univa una Romanza e una Polonaise, l’op. 6 una Barcarola e una Musette pastorale. Queste duplici proposte ci fanno ascoltare in maniera ben distinta le due aree in cui un violoncellista deve eccellere: la rotondità del suono e il virtuosismo delle dita. Di ispirazione decisamente romantica, l’op. 7 offre al solista tutto ciò di cui ha bisogno per brillare. La Serenata è un andantino molto espressivo al centro del quale il compositore colloca una coda in rubato per il violoncello. Il Saltarello, «presto e spiritoso», all’inizio sembra più impegnativo per il pianista, ma alla fine riserva al suo collega alcuni tratti di difficoltà diabolica. Conosciamo di questo brano una sola esecuzione pubblica, da parte del suo autore, che ebbe luogo nella primavera del 1881 a La Rochelle. La stampa ne fu entusiasta: «Mirabilmente accompagnato dalla figlia, pianista di talento, il signor Tolbecque ha mostrato che cosa può diventare nelle sue mani il violoncello grave [...], cantando nella Serenata, abbagliando con il virtuosismo nel Saltarello di sua composizione» («L’Écho rochelais», 30 marzo 1881).

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https://www.bruzanemediabase.com/it/node/67120

data di pubblicazione : 18/10/23



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