Soirs étrangers. Cinque pezzi per violoncello e pianoforte op. 56
Grenade (Andante moderato) – Sur le Léman (Adagio) – Venise (Allegretto moderato) – Steppe canadien (Adagio) – Poissons chinois (Vivace)
Le poche pretese di questi pezzi di genere dedicati a cinque violoncellisti di livello diverso (Jean Vaugeois, Roger Boulmé, Nelly Gauthier, Paul Bazelaire, Gregor Piatigorsky) contrastano con l’immagine severa dell’autore del Quintetto per archi e pianoforte, così cupo e potente, o della veemente Sonata per violoncello. Ma gli anni Venti hanno visto i più rigorosi discepoli di Franck volgersi a un’ispirazione più lieve: come il suo amico d’Indy, come Ropartz, in questi pezzi datati «Losanna, agosto-settembre 1928» Vierne mostrò di non ignorare i pregi della semplicità; ma con una certa malizia, giacché evocare Granada con un ritmo di danza, il lago Lemano con la suggestione (grafica e sonora) del movimento dei remi, Venezia con una barcarola equivale a stuzzicare il cronometro... Da Couperin in poi, la tradizione francese non ha forse dimostrato che il banale stimola l’invenzione, che la sublimazione dei luoghi comuni fornisce un’occasione per distinguersi? Ardore e mistero fanno vibrare l’altera Grenade. Una melodia senza cuciture, screziata di armonie rare, orla le rive del Léman. Che sia madrileno o napoletano, il gondoliere di Venise sa che l’importante è variare. L’incantatorio Steppe canadien sembra una preghiera di fronte all’infinito. Infine il disegno tormentato, su lacca, dei Poissons chinois trova una trasposizione ludica nel moto perpetuo delle semicrome.
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La scuola franckiana
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data di pubblicazione : 25/09/23
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