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Sonata n. 2 per violino solo

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Sarabande – Rigaudon – Bourrée

Composta verso il 1894-1895, la Sonata n. 2 per violino solo di Godard fu pubblicata postuma, nel 1896, dall’editore parigino Choudens. Di ispirazione nettamente storicista, il pezzo è conforme al modello delle sonate per strumento solista di epoca barocca e più precisamente a quello delle sonate «da camera», ovvero a quello delle suites di danze di cui si trovano diversi esempi nel catalogo delle opere di Johann Sebastian Bach. La sonata inizia con una sarabanda scritta, come conviene, in un metro tripartito di tempo moderato; Godard annota che deve essere eseguita «con pompa». A questa pagina maestosa segue un pittoresco rigodone in tempo veloce, le cui fluenti semicrome sono presentate in scale ascendenti e discendenti. L’ultima danza è una bourrée a due tempi. In ciascuno dei tre movimenti, il violino è trattato come uno strumento polifonico. L’emergere di una molteplicità di voci deriva dal frequente ricorso alle doppie corde e agli accordi (sistematico soprattutto nella seconda parte della bourrée), ma anche dal disegno delle linee melodiche, che, per mezzo di cambiamenti di registri, danno l’illusione di un dialogo a due o tre voci, secondo un procedimento tipico della scrittura per strumenti monodici di Bach. Collocandosi nella scia della letteratura virtuosistica destinata al violino solo (si pensi ai Capricci di Paganini), questo pezzo offre anche un precoce esempio di omaggio ai compositori di epoca barocca, di cui si trovano testimonianze più tarde in Ravel (Tombeau de Couperin) o in Debussy (Sonata per flauto, viola e arpa).

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https://www.bruzanemediabase.com/it/node/3296

data di pubblicazione : 25/09/23



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