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Sonate pour violoncelle et piano

Compositore/i :
Date :
Formazione musicale :
Instrument(s) :

Prologue – Sérénade – Finale

Nel corso dell’estate del 1915, durante un soggiorno a Pourville, Debussy traccia con la precisione di un incisore una Sonata per violoncello fantasiosa e colma d’ironia, che rende omaggio agli antichi maestri François Couperin e Jean-Philippe Rameau, rappresentanti di un’arte francese agli antipodi del wagnerismo imperante tanto esecrato dal compositore. In effetti, in questi primi anni della Grande Guerra il nazionalismo di Debussy tocca il suo culmine, spingendolo a intitolare la raccolta: «Sei Sonate per strumenti diversi composte da Claude Debussy, musicista francese». Delle tre che riuscirà a scrivere prima della morte, sopravvenuta nel 1918, quella per violoncello è la prima. Il pezzo fu eseguito per la prima volta a Londra il 4 marzo 1916 da Charles Warwick Evans e Ethel Hobday, e in Francia il 24 marzo successivo da Joseph Salmon e dallo stesso compositore. In un primo momento, Debussy aveva pensato d’intitolare la sua Sonata «Pierrot in collera con la Luna», alludendo al personaggio della Commedia dell’arte così ben dipinto da Watteau. La partitura priva di orpelli, caratteristica dell’ultimo Debussy, volge le spalle all’enfasi romantica e ai fumi impressionisti: sonorità asciutte, armonie rudi, una sobrietà che ricorda i clavicembalisti, benché lo sviluppo libero sia di estrema modernità. Un motivo d’apertura «alla francese» introduce il Prologo, prima dell’enunciazione di un tenero lamento. Tocchi di virtuosimo fanno culminare il primo motivo, largement déclamé. Nella sfuggente Sérénade risuonano frammenti di chitarra stilizzata, mentre il piano resta confinato tra il registro grave e il medio. Il Finale, molto spagnoleggiante, alterna una sezione rapida dai motivi capricciosi e momenti in tempo rubato.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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