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Stradella

Compositore/i :
Date :
Formazione musicale :
Institution :
Costume de Stradella : Cornélie Falcon en Léonore

Opera in 5 atti

La terza opera di Niedermeyer testimonia del fascino che Alessandro Stradella suscita in epoca romantica. L’interesse per il compositore crebbe dopo l’introduzione – negli storici concerti di Fétis (1833) – del brano sacro Pietà Signore di me dolente, attribuito a Stradella ma probabilmente composto dallo stesso Fétis. Il successo del pezzo, apprezzato per la sua toccante espressività, non può essere dissociato da una visione romanzata della vita dell’artista, che unisce l’avventura romantica all’esaltazione del potere della musica. Il «mito di Stradella» fornisce a Deschamps e Pacini materiale per un libretto che mette in scena Stradella, fuggiasco insieme all’amante, inseguito da un geloso senatore veneziano. A Roma, il musicista è braccato da due sicari ingaggiati per ucciderlo. La toccante interpretazione che dà dell’inno Pleure Jérusalem nella chiesa di Santa Maria Maggiore provoca negli assassini un’emozione tale da farli rinunciare immediatamente al loro piano. Il senatore continua ad accanirsi sulla coppia fino a quando, divenuto doge, perdona l’artista. Messa fastosamente in scena all’Opéra il 3 marzo 1837 con i più grandi nomi del teatro lirico dell’epoca (Nourrit, Falcon, Levasseur), l’opera ebbe una ricezione poco favorevole. I critici ne riconobbero le qualità melodiche, ma deplorarono unanimemente l’assenza di forme grandiose e di accenti appassionati. Dopo la seconda rappresentazione alla presenza della famiglia reale (luglio 1837), Stradella venne ripresa il 4 settembre 1840 in una versione rivisitata in tre atti, ma l’opera non rimase in repertorio.

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https://www.bruzanemediabase.com/it/node/6739

data di pubblicazione : 03/03/24



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