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Thaïs

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Décor de Thaïs de Massenet (3e acte - 2e tableau)

Comédie lyrique en 3 actes et 7 tableaux créée à l'Opéra de Paris.

Massenet compose Thaïs per il soprano californiano Sybil Sanderson (1865-1903). Il personaggio è preso da una leggenda medievale, soggetto di una poesia (1867) e poi di un romanzo fortemente anticlericale di Anatole France. Louis Gallet ne trae uno dei primi libretti in prosa dell’opera francese, dando a tale stile il nome di «poesia melica» con allusione al melos degli antichi greci, poesia ritmata e cantata. Prevista inizialmente per l’Opéra-Comique, l’opera viene adattata per l’Opéra, con un balletto aggiuntivo, per seguire Sybil Sanderson che passa da un teatro all’altro. La prima rappresentazione ha luogo il 16 marzo 1894 e riscuote successo presso il pubblico, a dispetto di un giudizio meno favorevole da parte della critica. L’interpretazione di Lina Cavalieri a Milano nel 1903 e a Parigi nel 1907 assicura a quest’opera la sua fama. La musica di Massenet possiede un’impressionante potenza evocativa e una rara capacità di penetrazione psicologica. Nelle sue memorie il compositore ricorda quanto avesse assimilato il libretto, al punto tale che esso si è musicato quasi «tutto da solo»; di fatto, nelle arie di Thaïs suono e parola si incontrano in una fusione perfetta. Lo dimostra la celebre scena dello specchio, in cui le note cristalline della cortigiana fanno sentire l’inanità della vita che conduce e il suo desiderio di eternità, che non è certo quello di essere «eternamente bella», secondo le parole del suo canto. La Méditation che segue è, secondo il musicologo Ernest Newman, un perfetto ritratto musicale del processo emozionale che porta al conforto e alla messa in discussione. Del resto, come sottolinea Jean-Christophe Branger, Thaïs è dotata di una struttura musicale particolare, che conferisce all’orchestra un ruolo preminente: nel 1891 Massenet aveva composto un poema sinfonico con soprano solo, Visions, che riutilizzò nelle pagine orchestrali del nuovo lavoro, il che spiega la loro ricchezza e il loro potere evocativo. L’opera che conosciamo oggi è una versione modificata dal compositore nel 1897; Massenet vi aggiunge, effettivamente, la bellissima «scena dell’oasi» (atto III), che rappresenta il momento in cui i percorsi spirituali di Thaïs e di Athanaël si incrociano. Aggiunge un altro balletto e tempera il finale: nella prima versione, più vicina ad Anatole France, le suore, orripilate dalle parole di Athanaël che evoca i piaceri della carne, gridano: «Un vampire!», mentre il coro di voci bianche canta: «Pitié!». Nella seconda versione, Massenet, che in quel periodo coltivava una certa spiritualità, aggiunge la compassione e la misericordia: le suore tacciono, le voci bianche pure e il solo Athanaël dice: «Pitié!».

 

La trama

L’azione si svolge nella Tebaide ellenistica, vicino ad Alessandria, e racconta il percorso di Athanaël (baritono) dal mondo spirituale al mondo carnale e quello inverso della cortigiana (soprano). Il monaco Athanaël, del quale un po’ alla volta conosceremo il passato e la conversione, intende ricondurre a Dio la cortigiana Thaïs. Contro i consigli dell’amico Palémon, si reca ad Alessandria (atto I, quadro primo). Si reca da Nicias (tenore) ed è invitato a un banchetto ove è presente anche Thaïs, la quale costituisce per lui una tentazione a rinunciare all’ascesi (quadro secondo). Nel suo appartamento, Thaïs, sola, si confida al suo specchio e gli chiede la bellezza «eterna», rendendolo partecipe della propria malinconia. Athanaël entra in scena e tenta di convertirla (atto II, quadro primo). È il momento della celebre Méditation per violino e orchestra che riassume le riflessioni e la conversione di Thaïs, la quale si presenta sulla soglia della propria dimora e accetta di seguire Athanaël (quadro secondo). In un’oasi nel deserto, Athanaël si intenerisce alla vista dei piedi sanguinanti della giovane sfinita dalla fatica e le dà dell’acqua; poi la affida al monastero delle Suore bianche e capisce che non potrà mai più vederla (atto III, quadro primo). Il quadro secondo dell’atto III, spesso tagliato, mostra Athanaël tra i fratelli eremiti, ossessionato dall’immagine carnale di Thaïs; ha il presentimento che presto essa morirà. Nel quadro terzo, nei giardini del monastero, Thaïs, trasfigurata da tre mesi di digiuno e penitenza, è in punto di morte. Entra in scena Athanaël. In un ultimo duetto, la donna rievoca il loro incontro, ma lui non ricorda altro che la sua bellezza e la sua sensualità. Thaïs muore in una visione divina, mentre Athanaël si accascia disperato.

Documenti e archiv

Cavalieri en Thaïs

Illustrazione a stampa, Immagine di scena, Fotografia

Lina Cavalieri en Thaïs

Jean-Francois-Delmas-dans-Thais-de-Massenet

Illustrazione a stampa, Immagine di scena, Fotografia

Jean-François Delmas dans Thaïs de Massenet

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Illustrazione a stampa, Immagine di scena, Fotografia

Scène de Thaïs (Massenet) : acte IV

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data di pubblicazione : 16/03/24



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