Trio per violino, violoncello e pianoforte in re minore op. 20
Allegro energico – Thema con variazioni : Andante cantabile non troppo lento – Menuetto : Presto – Finale : Allegretto
Onslow compose quasi tutti i suoi Trii prima del 1825, in un’epoca in cui i musicisti francesi concepivano questo genere come una sonata per pianoforte accompagnata da un violino e da un basso d’archetto; questo anche se, a partire dal 1810, si cominciarono a sviluppare gli scambi tra il violino e il pianoforte, mentre il violoncello continuò ad accontentarsi di raddoppiare i bassi. Viceversa, sin dai suoi Trii op. 3 (scritti prima del 1807), Onslow adottò la configurazione alla tedesca, che accordava la stessa importanza a tutti gli strumenti. Composto nel 1822 e pubblicato l’anno dopo, il Trio in re minore op. 20 è il primo che l’autore pubblicò separatamente, invece che in gruppi di tre, come aveva fatto per i Trii op. 3 e op. 14. La partitura vide la luce nel periodo (tra il 1817 e il 1832 circa) in cui il compositore si allontanò dal quartetto per archi per dedicarsi principalmente al quintetto e alla musica da camera con pianoforte. Se gli archi si emancipano dalla tastiera, è tuttavia raro che i tre strumenti suonino simultaneamente: il pianoforte è associato a un solo strumento melodico, oppure il violoncello raddoppia il violino. Ne risultano tessiture alquanto limpide e leggere. I movimenti veloci privilegiano una scrittura brillante, in grado di sedurre il pubblico dei salotti. Le variazioni dell’Andante cantabile sono di carattere ornamentale, a eccezione della quinta e ultima, che adotta il principio dell’ampliamento introdotto da Beethoven. Con il suo tempo molto vivace, il malizioso Menuetto si cala già nello spirito di uno scherzo. Qualche ombra romantica vela l’insieme dell’opera, senza però schiudere abissi.
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data di pubblicazione : 25/09/23
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