Trio per violino, violoncello e pianoforte
Modéré – Pantoum. Assez vif – Passacaille. Très large – Final. Animé
Composto prima e dopo la dichiarazione di guerra, Il Trio viene iniziato il 3 aprile 1914 e terminato il 29 agosto a Saint-Jean-de-Luz. Ravel, esonerato dal servizio militare a causa della bassa statura e della fragile costituzione, osserva a distanza l’inizio del conflitto. Non condividendo la convinzione di uno scontro breve che predomina nei due campi, esprime cupi presentimenti: “Volevo finire il mio Trio, che ho trattato come un’opera postuma, Ciò non vuol dire che vi ho prodigato il genio, bensì che l’ordine del mio manoscritto e le annotazioni che vi si riferiscono consentirebbero a chiunque altro di correggerne le bozze.” Come per incanalare la propria angoscia, il compositore torna per la prima volta dal Quartetto per archi a una struttura classica in quattro movimenti; usa la forma sonata (Modéré), lo scherzo (Pantoum) e una danza antica su un basso ostinato (Passacaille). Ma questi riferimenti alla tradizione vanno di pari passo con idee personali: ritmi di origine basca (primo e ultimo movimento), allusione a una forma poetica di origine malese (il pantoum). E, soprattutto, la trasparenza della scrittura e il pudore dell’espressione si alternano a sonorità caustiche e a un’estrema violenza. Il movimento lento evoca non tanto una danza quanto una marcia funebre. L’esplosione del Final sembra invece annunciare il cataclisma de La Valse e del Boléro. Il 28 gennaio 1915, di fronte a un uditorio poco numeroso, Gabriel Willaume (violino), Louis Feuillard (violoncello) e Alfredo Casella (pianoforte) eseguirono non un’opera postuma ma, senza alcun dubbio, un capolavoro.
Permalink
data di pubblicazione : 25/09/23
Effettuare una ricerca