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Largo in fa diesis minore per violoncello e pianoforte

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Il 6 dicembre 1903, Jean Cras scriveva da Biserta, in Tunisia: «Il mio Andante per violoncello sarà presto terminato. Ci sono dei giorni in cui mi pare che sia venuto molto bene. In ogni caso, qualunque sia la qualità dei sentimenti che sono l’anima delle mie composizioni, sento che la loro espressione è ora più virile, più robusta». Alludeva forse al Largo in fa diesis minore? È legittimo pensarlo, giacché non si conoscono altri suoi lavori che possano corrispondere a tale descrizione. Nelle fonti manoscritte, l’esistenza di spartiti distinti per violino e per viola di questo stesso pezzo attesta adattamenti della parte del violoncello ad altri strumenti a corda. Rimasto a lungo inedito (è stato pubblicato da Symétrie nel 2014), fu eseguito postumo per la prima volta il 22 novembre 1934 da André Lévy, al violoncello, e Colette Cras, la figlia del compositore, al pianoforte. Quando lo scrisse, Cras aveva già composto qualche brano di musica da camera: si pensi in particolare al Voyage symbolique per trio con pianoforte (1899) e alle tre sonate, rispettivamente per violino, viola e violoncello (1900-01); inoltre aveva iniziato la composizione dei Poèmes intimes per pianoforte e stava per mettere mano al Trio con pianoforte n. 2. Il Largo per violoncello contiene coloriture modali, che assumeranno maggiore pregnanza nelle opere della maturità. La meditazione dolorosa della prima parte si intensifica nell’episodio centrale, la cui animazione va a sua volta crescendo. L’ultima parte riprende, con modifiche, il materiale della prima e si conclude con l’espressione di una languida tristezza.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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