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Adagio pour quatuor d'orchestre

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In esergo, “Les Fleurs pâles du Souvenir...”, dalla poesia Nevermore di Georges Vanor

Pubblicato nel 1908 come “op. 3” di Guillaume Lekeu, l’Adagio pour quatuor d’orchestre non figura tuttavia tra i primi lavori del compositore belga. Il manoscritto reca la data del 28 aprile 1891, il che lo colloca subito dopo il Trio per pianoforte (gennaio 1891) e la Sonata per pianoforte (marzo 1891), due opere cominciate mentre Lekeu segue l’insegnamento di César Franck. Con la scomparsa di quest’ultimo, nel novembre 1890, inizia per il giovane musicista un periodo di lutto durante il quale egli esprime un desiderio di filiazione: “Non voglio essere allievo di nessun altro musicista che non sia papà Franck”, scrive allora. Si può dunque pensare che il dolore espresso dall’Adagio pour quatuor d’orchestre si inserisca in questo contesto, sebbene la corrispondenza di Lekeu non dica nulla in merito. Come nel Trio per pianoforte, la partitura di quest’opera reca in esergo un verso di Georges Vanor, “Les Fleurs pâles du Souvenir” (“I pallidi fiori del ricordo”), che, nella poesia Nevermore, sbocciano grazie agli “armoniosi pianti” di un fratello in lutto. L’audacia del compositore si nota sia nell’organizzazione della formazione strumentale (quattro violini, due viole, due violoncelli, un contrabbasso più un violino solista, una viola solista e un violoncello solista), sia nelle alternanze ritmiche (a 4, a 3 o a 5), sia nelle modulazioni armoniche (da do minore a la maggiore). Dopo la prima esecuzione (postuma) dell’opera nel 1894, nel corso di un concerto diretto da Vincent d’Indy, “Le Guide musical” scrisse con reverente stupore: “Le voci commosse del violino e del violoncello si levano magistralmente sopra la trama orchestrale, disegnando una sorta di marcia funebre”.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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