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Étude n. 110

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L’Étude n. 110 in la maggiore, uno degli ultimi dell’imponente Cours Complet di Hélène de Montgeroult – la cui data di composizione non si conosce –, si presenta come un’autentica scommessa. Preceduto da una lunga prefazione, il brano è, in effetti, dedicato all’arte di «cantare in stile ampio»; come spiega la compositrice, «se cantare bene costituisce la maggiore difficoltà per tutti gli strumenti, si potrebbe quasi disperare di riuscirci per il fortepiano», poiché esso non può sostenere i suoni, a differenza degli strumenti ad arco o a fiato. Per rimediare al problema, Montgeroult decide di far sì che il canto «domini sempre» sull’accompagnamento – contenuto in indicazioni di piano nell’intero studio – e di colmare i vuoti tra le note della melodia con figure ornamentali da eseguire «senza fretta», mantenendo sempre l’indipendenza della mano destra rispetto alla sinistra. Intrisa di una vocalità tutta italiana che fa pensare alle opere di Bellini, questa pagina, di una modernità impressionante, preannuncia l’estetica dei notturni romantici di Field e di Chopin. Sostenuta da ampi arpeggi legatissimi eseguiti dalla mano sinistra, nel registro grave, la mano destra sviluppa, in quello acuto, linee melodiche riccamente ornate, sommamente espressive e particolarmente adatte, secondo Montgeroult, a sviluppare l’arte di far cantare il pianoforte: in effetti, scrive la compositrice, «è nei fraseggi semplici e prolungati che, per produrre l’effetto della voce, sono indispensabili tutte le illusioni dell’arte».

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data di pubblicazione : 18/10/23



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