Passionnément

Nel 1925 Messager accetta di mettere in musica Passionnément, un libretto in tre atti di Maurice Hennequin, di cui Albert Willemetz (promotore del progetto) ha scritto i testi delle canzoni. La prima rappresentazione al Théâtre de la Michodière, il 15 gennaio 1926, è un trionfo; la canzone in tempo di valzer che dà il titolo all’operetta riscuote subito un grande successo. Ma all’irresistibile fascino melodico di Messager si accompagna uno studio dei costumi e dei caratteri inteso a smascherare apparenze e pregiudizi. Così, il miliardario americano William Stevenson, rispettoso del proibizionismo in vigore negli Stati Uniti, finisce per cedere alle seduzioni della bottiglia. Trasformato dalle sue libagioni, rinuncia a imbrogliare Robert Perceval, al quale lascia sua moglie Ketty, dopo avere scoperto l’idillio tra i due giovani: è con Julia, una soubrette che sogna una vita saggiamente borghese, che proseguirà la sua strada. Il ruolo di Hélène (amante di Robert) rafforza la presenza femminile in questo intreccio pieno di vitalità, in cui le canzoni costituiscono anzitutto altrettanti momenti d’introspezione: l’aria birichina di Julia quando espone la propria concezione dell’esistenza (“Moi, toute la vie je me la représente”), l’affascinante eleganza di Robert che sfoglia la margherita (“Passionnément”), gli accenti jazzy di Stevenson (“Si l’Amérique est le plus grand pays du monde”). Benché Henri Malherbe, nel “Temps”, affermi che Messager “sembra vivere in un mondo incantato da cui la tristezza e la fatica sono bandite”, basta ascoltare i couplets di Ketty “Ah! pourquoi les bons moments passent-ils si vite” e il trio “Dès que l’âge” per avvertire la nostalgia suscitata dalla fuga del tempo.