Erik SATIE
1866 - 1925
Compositore
Artista inafferrabile, mistico che strizza l’occhio alla follia, iconoclasta, Erik Satie ha lasciato un’opera affascinante e un’intensa leggenda. Nato in una famiglia della piccola borghesia di Honfleur, a tredici anni entra al Conservatorio di Parigi nella classe di pianoforte preparatorio di Descombes, che lascia due anni dopo, per raggiunti limiti d’età. Nel 1885 rifà un anno di corso nella classe di pianoforte di Mathias, per poi abbandonare definitivamente l’istituto. Attratto dalle sirene del cabaret dello Chat noir, ne diventa il secondo pianista e vi frequenta alcuni personaggi d’avanguardia, tra i quali Debussy, con cui fa amicizia. Con i pezzi per pianoforte Gymnopédies (1888) e Gnossiennes (1889-1897), Satie afferma uno stile personale che coglie in contropiede i contemporanei per la modalità della scrittura (senza stanghetta né armatura di chiave) fino alle scelte armoniche, spesso contrarie all’etichetta accademica, come le successioni di accordi di none giustapposti. Nondimeno, con l’aiuto di Debussy, che orchestra due delle sue Gymnopédies, a partire dal 1897 Satie riesce a farsi ascoltare alla Société nationale de musique. Oscillando tra clericalismo esaltato e cattolicesimo sociale, nel 1905 il compositore si rivolge alla Schola Cantorum di d’Indy per approfondire le proprie conoscenze teoriche. Il balletto Pavane, del 1917, fa di Satie il portabandiera dell’estetica del dopoguerra e il nume tutelare del Gruppo dei Sei: una nuova visione artistica in cui accademismo, sapienza tecnica e ricercatezza lasciano il posto a semplicità, irriverenza e umorismo.
Pubblicazioni scientifiche
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data di pubblicazione : 17/05/24