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La Valse

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Ravel compose La Valse tra la fine del 1919 e marzo 1920, su richiesta di Serge Diaghilev, che già gli aveva commissionato la partitura di Daphnis et Chloé. Tuttavia, il lavoro lasciò indifferente l’impresario dei Ballets Russes: «Bravo, Ravel! È bellissimo, ma non è un balletto. È il ritratto di un balletto. È troppo corto, troppo conciso». La Valse venne dunque eseguita ai Concerts Lamoureux il 12 dicembre 1920, sotto la direzione di Camille Chevillard; divenne musica da balletto solo il 23 maggio 1929, all’Opéra, per una coreografia di Bronislava Nijinska interpretata da Ida Rubinstein. La partitura (di cui esistono anche una versione per due pianoforti e una per pianoforte solo) reca il sottotitolo «Poema coreografico» ed è accompagnata da una sinossi: «Nuvole vorticose lasciano intravvedere a sprazzi coppie di ballerini. A poco a poco le nubi si disperdono e si distingue una sala immensa, affollata di gente che volteggia nella danza. Progressivamente la scena si illumina. I lampadari si accendono si colpo sul fortissimo. Una corte imperiale, intorno al 1855». Il pezzo, originariamente intitolato Wien, è concepito come una «sequenza di valzer», che fa volteggiare brani di temi che si direbbero usciti dalla penna di Johann Strauss II. Si individua anche, in questa «specie di apoteosi del valzer viennese» (Ravel), l’influenza di Schubert, Chabrier e Borodin. Attraverso una «progressione ascendente di sonorità», dell’orchestra s’impadronisce una malsana ebbrezza, che dà l’impressione, secondo il compositore, «di un fantastico e fatale turbinio» – evocazione di una Vienna al crepuscolo, sull’orlo di un abisso in cui tra breve sprofonderà.

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data di pubblicazione : 25/09/23



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